Che cosa è “amore”? E che rapporto ha con la filosofia? ovvero come è stato pensato dai filosofi?
Il termine “amore” sembra indicare realtà estremamente lontane fra loro: può indicare una energia umana o cosmica, una proprietà dell’animo umano o uno stato più o meno duraturo dello stesso, un impulso o un’inclinazione. Nel linguaggio comune può indicare in senso proprio a) un rapporto intersessuale selettivo ed elettivo, b) un tipo di rapporti interpersonali, c) l’amor del prossimo, d) l’amor di Dio. Inoltre può indicare in senso improprio l’attaccamento o l’interesse per oggetti inanimati o ideali, per attività o forme di vita, per comunità o enti collettivi. L’idea che di conseguenza si delinea è quella di un tipo particolare di rapporti umani caratterizzati da solidarietà e concordia, e non necessariamente, al contrario, dal possesso.
Presocratici.
Secondo Aristotele, Esiodo e Parmenide furono i primi a suggerire che l’Amore è la forza che muove le cose e le porta e le mantiene insieme. Empedocle riconobbe poi nell’Amore la forza che tiene uniti i quattro elementi e nella discordia la forza che li separa: il regno dell’A. è lo sfero, la fase culminante del ciclo cosmico, nella quale tutti gli elementi sono legati nella più completa armonia, in questa fase non c’è altro che un tutto uniforme, una divinità che gode della sua solitudine.
Platone
- Liside: si pone qui il problema della philia: ovvero amico è colui che ama o colui che è amato? Si sceglie la seconda risposta, poichè l’amico viene definito come intermedio tra amore e rapporto comune e si collega così costitutivamente al filosofo che è per essenza a metà strada tra sapienza e ignoranza (in quanto sa di non sapere). Da qui emerge il tema fondamentale: la funzione erotica della filosofia o filosofica dell’eros, e con essa il concetto di desiderio.
- Simposio: la teoria di Aristofane, che probabilmente racchiude i temi fondamentali delle dottrine non scritte di Platone, si incarna nel celeberrimo racconto di una antropogenesi fantastico-mitica, in cui l’amore si configura come ricerca dell’altra metà (symbolon) per fare di due uno, risanando l’originaria natura umana. Eros è, dunque, (inconsapevole) desiderio dell’intero, della primordiale unità. Il tragico Agatone propone un raffinato elogio di amore, ma che poco contribuisce al dibattito.
Socrate, che, introducendo argomenti rivoluzionari, si fa portavoce di Diotima, definisce amore come il desiderio di ciò che manca. Eros allora non è un Dio, ma un demone, qualcosa di intermedio in senso verticale tra dei e uomini, in senso orizzontale tra i contrari. In quanto tale, Eros è tendenza al Bene e risale dalla bellezza di un corpo a quella in tutti i corpi, a quella delle anime, e infine a quella nel sapere, cioè alla visione del Bello in sé. Insomma Eros è intermedio anche tra sapienza e ignoranza, cioè è filosofo, è il demone della conoscenza. Inoltre Eros è desiderio di vincere la morte attraverso la generazione
- Fedro:partendo dal discorso di Lisia (che sostiene sia meglio amare chi non ama e non chi ama), Socrate inizialmente descrive Eros come prevalere del desiderio irrazionale sulla rettitudine; ma poi con il mito del carro alato mette in mostra come sia grazie al delirio divino di Eros che l’uomo può risalire attraverso reminiscenza dalla bellezza terrena a quella vera e raggiunge l’ekstasis. Sullo sfondo c’è quindi ancora un dualismo tra due tipi di eros, ma Eros comunque si rivela desiderio di immortalità.
- [Robin – La teoria platonica dell’amore]: la natura dell’eros platonico è sintetica e intermedia. Ovvero la sua funzione mediatrice è la stessa attribuita all’anima (medium e copula dell’universo); dunque l’anima è il demone che alberga in ogni uomo e la sua tensione, il suo desiderio è essenzialmente erotico. Inoltre, per Platone, Eros è filosofo e il filosofo è il perfetto amante, perché eros è il principio motore del fare e del conoscere. Più precisamente: vista l’umana debolezza, la mediazione di Eros si pone come necessaria ed essenziale per orientare l’anima verso il mondo delle Idee. Il metodo erotico è come un metodo filosofico, una “dialettica ascendente empirica” che è dono divino e che porta l’uomo fuori di sé (ekstasis) permettendogli di ascendere al bello assoluto (anche se non può raggiungere il vero in sé che solo la dialettica razionale può cogliere). Inoltre (come si evince dal Fedro e dal Fedone), Eros è preparazione all’unico vero affrancamento, cioè è esercizio di morte come morte dell’io nell’entusiasmo-delirio-mania (non a caso nel Cratilo Platone paragona Ade a Eros).