lunedì 21 gennaio 2013


Che cosa è “amore”? E che rapporto ha con la filosofia? ovvero come è stato pensato dai filosofi?

Il termine “amore” sembra indicare realtà estremamente lontane fra loro: può indicare una energia umana o cosmica, una proprietà dell’animo umano o uno stato più o meno duraturo dello stesso, un impulso o un’inclinazione. Nel linguaggio comune può indicare in senso proprio a) un rapporto intersessuale selettivo ed elettivo, b) un tipo di rapporti interpersonali, c) l’amor del prossimo, d) l’amor di Dio. Inoltre può indicare in senso improprio l’attaccamento o l’interesse per oggetti inanimati o ideali, per attività o forme di vita, per comunità o enti collettivi. L’idea che di conseguenza si delinea è quella di un tipo particolare di rapporti umani caratterizzati da solidarietà e concordia, e non necessariamente, al contrario, dal possesso.

Presocratici. 

Secondo Aristotele, Esiodo e Parmenide furono i primi a suggerire che l’Amore è la forza che muove le cose e le porta e le mantiene insieme. Empedocle riconobbe poi nell’Amore la forza che tiene uniti i quattro elementi e nella discordia la forza che li separa: il regno dell’A. è lo sfero, la fase culminante del ciclo cosmico, nella quale tutti gli elementi sono legati nella più completa armonia, in questa fase non c’è altro che un tutto uniforme, una divinità che gode della sua solitudine.
Platone
 - Liside: si pone qui il problema della philia: ovvero amico è colui che ama o colui che è amato? Si sceglie la seconda risposta, poichè l’amico viene definito come intermedio tra amore e rapporto comune e si collega così costitutivamente al filosofo che è per essenza a metà strada tra sapienza e ignoranza (in quanto sa di non sapere). Da qui emerge il tema fondamentale: la funzione erotica della filosofia o filosofica dell’eros, e con essa il concetto di desiderio. 

 - Simposio: la teoria di Aristofane, che probabilmente racchiude i temi fondamentali delle dottrine non scritte di Platone, si incarna nel celeberrimo racconto di una antropogenesi fantastico-mitica, in cui l’amore si configura come ricerca dell’altra metà (symbolon) per fare di due uno, risanando l’originaria natura umana. Eros è, dunque, (inconsapevole) desiderio dell’intero, della primordiale unità. Il tragico Agatone propone un raffinato elogio di amore, ma che poco contribuisce al dibattito.

Socrate, che, introducendo argomenti rivoluzionari, si fa portavoce di Diotima, definisce amore come il desiderio di ciò che manca. Eros allora non è un Dio, ma un demone, qualcosa di intermedio in senso verticale tra dei e uomini, in senso orizzontale tra i contrari. In quanto tale, Eros è tendenza al Bene e risale dalla bellezza di un corpo a quella in tutti i corpi, a quella delle anime, e infine a quella nel sapere, cioè alla visione del Bello in sé. Insomma Eros è intermedio anche tra sapienza e ignoranza, cioè è filosofo, è il demone della conoscenza. Inoltre Eros è desiderio di vincere la morte attraverso la generazione  

 - Fedro:partendo dal discorso di Lisia (che sostiene sia meglio amare chi non ama e non chi ama), Socrate inizialmente descrive Eros come prevalere del desiderio irrazionale sulla rettitudine; ma poi con il mito del carro alato mette in mostra come sia grazie al delirio divino di Eros che l’uomo può risalire attraverso reminiscenza dalla bellezza terrena a quella vera e raggiunge l’ekstasis. Sullo sfondo c’è quindi ancora un dualismo tra due tipi di eros, ma Eros comunque si rivela desiderio di immortalità. 

 - [Robin – La teoria platonica dell’amore]: la natura dell’eros platonico è sintetica e intermedia. Ovvero la sua funzione mediatrice è la stessa attribuita all’anima (medium e copula dell’universo); dunque l’anima è il demone che alberga in ogni uomo e la sua tensione, il suo desiderio è essenzialmente erotico. Inoltre, per Platone, Eros è filosofo e il filosofo è il perfetto amante, perché eros è il principio motore del fare e del conoscere. Più precisamente: vista l’umana debolezza, la mediazione di Eros si pone come necessaria ed essenziale per orientare l’anima verso il mondo delle Idee. Il metodo erotico è come un metodo filosofico, una “dialettica ascendente empirica” che è dono divino e che porta l’uomo fuori di sé (ekstasis) permettendogli di ascendere al bello assoluto (anche se non può raggiungere il vero in sé che solo la dialettica razionale può cogliere). Inoltre (come si evince dal Fedro e dal Fedone), Eros è preparazione all’unico vero affrancamento, cioè è esercizio di morte come morte dell’io nell’entusiasmo-delirio-mania (non a caso nel Cratilo Platone paragona Ade a Eros).


KANT FILOSOFO MODERNO

Vorrei iniziare questo articolo ponendovi la domanda che mi ha portato a
trarre queste conclusioni. Perchè il pensiero di Kant è considerato, nonostante
il suo pensiero complesso, astruso e poco comprensibile anche ai suoi tempi,
uno dei fondamentali del pensiero moderno?
Prima di tutto mi sono informata sul concetto di “modernità” per arrivare a
comprendere il motivo per cui il pensiero kantiano ne è un presupposto o meglio
detto, un'espressione.
Con “modernità” si intende quella civiltà che si è sviluppata negli ultimi due
secoli e che ha creato una frattura tra il nostro mondo e quello “pre-moderno”
attraverso l'industrializzazione.  Il mondo “moderno” ha introdotto nella vita
del singolo non solo innovazioni scientifiche e tecniche, ma anche dei nuovi
valori. Mi riferisco alla democrazia, alla libertà, allo stato di diritto,
all'uguaglianza e all'emancipazione femminile.
Questa società ha avuto quindi a livello umano un “enorme successo” e la
libertà, l'uguaglianza e modernità sembrano QUASI sinonimi di quest'ultima.
La mentalità dell'uomo come tutto il resto, è cambiata rispetto a quella
dell'uomo “pre-moderno”.
Il primo ritiene che la realtà possa essere modificata e la saggezza consiste
nell'adeguare la realtà a noi; il secondo invece, ritiene che il mondo sia
retto da immutabili leggi divine (o naturali) alle quali bisogna adeguarsi e
questa volta la saggezza consiste nell'adeguare NOI alla realtà.

In un libro ho trovato questa frase:
il “pre-moderno” dice : “Se Dio (o la natura) avesse voluto che l'uomo volasse
gli avrebbe fatto le ali.” Il moderno risponde: “Poichè Dio ( o la natura) non
ci ha fatto le ali occorre che ce le costruiamo noi

Quindi la mentalità pre-moderna porta alla passività, le cose avvengono solo
se vuole Dio, a differenza di quella moderna che porta all'azione: ciò che
avviene è frutto di cause identificabili e modificabili.
E' proprio su questi concetti che Kant apre la strada alla fondazione della
modernità.
“Come Copernico aveva messo al centro del cielo il sole e non la terra, Kant
mette al centro  della conoscenza non la realtà (l'oggetto) ma l'uomo (il
soggetto).” Kant concepisce quindi la realtà dell'uomo non come qualcosa di
dato (voluto da Dio) ma come una costruzione propria dell'uomo. In questo senso
profondo Kant apre il “mondo moderno”.
Il pensiero kantiano si basa sulle scoperte scientifiche del tempo e con
particolare interesse si sofferma sulla “legge della gravitazione universale di
Newton. Il filosofo non capisce perchè la scienza naturale sia riuscita a
raggiungere risultati sicuri e certi mentre la metafisica ripete all'infinito
gli stessi ragionamenti senza che sia possibile riuscire a raggiungere una
realtà da tutti condivisibile. La risposta è che la scienza naturale si basa
sulle strutture mentali dell'uomo e pertanto raggiunge risultati affidabili e
certi, mentre la metafisica vorrebbe conoscere il mondo oltre alla nostre
strutture mentali, cosa che secondo Kant è impossibile perchè noi possiamo
conoscere solo quello che abbiamo costruito noi stessi nella nostra mente.
Tali concetti si risolvono nei singoli campi della conoscenza umana in questo
modo:
SPAZIO e TEMPO: non sono realtà esterne a noi ma solo un nostro modo di
organizzare i dati sensibile della realtà, cioè il mondo come noi lo vediamo e
percepiamo è solo una nostra “costruzione”, non sappiamo come sia realmente.
MATEMATICA: la geometria si fonda sullo spazio, l'aritmetica sul tempo: poiché
spazio e tempo sono “nostri” modi di  percepire la realtà ne consegue che la
matematica è una nostra costruzione.
LA SCIENZA NATURALE: i principi fondamentali ( come ad es. quello di causa)
sono sempre nostri modi di organizzare la realtà e non ci aiutano a trovare le
leggio che Dio ( o natuta) ha prodotto.
METAFISICA (religione): la religione è un'esigenza dell'uomo ma non può essere
dimostrata, ne consegue che i fatti non sono immodificabili in quanto
espressione della volontà di Dio.
MORALE: non consiste nell'adeguarsi alle leggi di Dio ma è l'uomo stesso che
crea i suoi valori morali.
ESTETICA: non esiste il bello in se': è sempre l'uomo stesso a stabilire che
cosa è bello o brutto, a seconda dei suoi sentimenti.
Questi sono presupposti nuovi rispetto a quelli pre-moderni: ecco perchè ogni
filosofo che segue Kant lo prenderà come modello o si confronterà con le sue
idee che all'inizio erano state considerate quesi “blasfeme” perchè negavano
tutto ciò in cui si era creduto fino ad allora. Kant ha rappresentato nella
storia della filosofia l'inizio di quella che definiamo la “modernità”.